Articoli - IL GLOSTER
IL NOSTRO CARO AMICO ALLEVATORE DI GLOSTER, EX SEGRETARIO DELL'ASSOCIAZIONE ORNITOLOGICA ANCONETANA, ci ha inviato un suo manoscritto molto completo e chiaro sull'allevamento, selezione e caratteristiche del Gloster. Questo canarino di Forma e Posizione Liscio è sicuramente quello maggiormente allevato, ed è uno dei più conosciuti al pubblico dei non "addetti ai lavori" per la sua graziosa forma e per la simpatia che desta con il caratteristico ciuffo che deve possedere uno dei due soggetti della nostra coppia. Pubblichiamo volentieri le foto dei soggetti di Sergio, alcune di queste sono apparse anche sulla rivista della FOI, Italia Ornitologica, a riprova che nel suo pur piccolo allevamento ha raggiunto un buon livello qualitativo imponendosi anche in diverse manifestazioni locali e non. Dal suo racconto si potranno senz'altro trovare degli ottimi spunti per migliorare le proprie conoscenze già acquisite o per avvicinarsi con maggiori informazioni all'allevamento di questa razza: IL GLOSTER.
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Sergio Valli IL MIO PRIMO GLOSTER Alcuni anni or sono, nel giorno del suo compleanno, fu regalato a mio figlio Francesco un canarino in una graziosa gabbietta. Un canarino così non l’avevo mai visto; aveva un curioso ciuffo sul capo e presentava un colore di fondo verde erba con piccole striature nere per tutta la lunghezza del corpo. Chiesi al donatore dove avesse acquistato quel soggetto e se sapeva a quale razza appartenesse. Il canarino era stato acquistato ad una fiera e non se ne conosceva la razza. |
Così “Cip” – nome scelto
all’unanimità dalla
famiglia, fece il suo ingresso
nella nostra casa, il primo
volatile in assoluto,
trattato come un vero e gradito
ospite. Ma per capire che
“tipo” di ospite avevo accolto
in casa, ed anche per
rispondere alle domande di chi,
incuriosito, veniva a
trovarmi, pensai che era
forse il caso di documentarmi.
Perciò alla prima occasione
acquistai in una bancarella un
libricino; più che un vero e
proprio trattato era una
dispensa contenente le nozioni
basilari per gestire un
allevamento di canarini dal
quale appresi, poiché erano
illustrati anche i disegni
degli standard di varie razze,
che il mio coinquilino era
un Gloster (una razza inglese)
nella forma “Corona” mentre
dal suo canto, a volte
ossessivo, avevo già, da tempo,
compreso che era un
maschio!!. Il secondo passo fu
quello di verificare se
nella zona fossero presenti
allevatori di Gloster per
acquistare una femmina
nella forma “ Consort” ed
iniziare così ad allevare
questi volatili che mi
incuriosivano. Fui fortunato perché
conobbi l’amico Patrizio
Garuti, allevatore già affermato
in Ancona e con alle spalle
numerosi successi alle
mostre nazionali, che mi cedette
una bella femmina ardesia
alla quale demmo,
immediatamente, il nome di
Dasy. Non sto qui a dilungarmi
sull’andamento di questa mia
esperienza che, specialmente
all’inizio, ha conosciuto più
sconfitte che successi.
Tanti sono stati gli errori
che ho commesso e, a volte,
ripetuto, finché non ho,
finalmente, capito che era
il caso di farmi una vera e
propria cultura sul Gloster.
Il primo passo fu quindi quello
di iscrivermi
all’Associazione Ornitologica
Anconetana dove ebbi modo di
conoscere tanti amici, tra tutti
Giordano Marchini – il
segretario - che furono
prodighi, e lo sono
tutt’ora, di consigli ed
incoraggiamenti. Con questi
amici, ed in particolare con
quelli che allevavano da
tempo il Gloster, iniziai
a visitare le mostre
più importanti in Italia; per
prima Faenza poi Bologna ed
infine la più importante per
gli allevatori: Reggio Emilia.
Compresi solo allora di aver
commesso l’errore in cui
incorrono i principianti e cioè
che avevo iniziato ad
allevare una razza di canarini
della quale non conoscevo
nulla; persino a quale
categoria appartenesse. Pensate
che non sapevo neanche che
cosa significasse la sigla CFPL.
Decisi allora di correre ai
ripari, azzerare tutto e
ricominciare tutto da capo come
avrei dovuto fare fin
dall’inizio di questa
“avventura”. Alle mostre
approfittai della presenza
degli stand della FOI e di
case editrici specializzate per
acquistare i primi veri
libri quali “Criteri di
giudizio dei canarini di forma e
posizione lisci” edito dalla
Commissione Tecnica Nazionale
CFPL della FOI e,
successivamente, “Canarini:
Cinque Magnifiche Razze
Inglesi” scritto da G. De
Baseggio. Li divorai
letteralmente e, poiché il De
Baseggio nella sua opera
citava un altro libro
“Campioni e Razzatori” non
trovai pace finché non
riuscii ad acquistarlo tramite
un annuncio sul link
“Portobello” della FOI.. Ancora
oggi conservo tutto quello
che viene pubblicato sulla
nostra rivista “Italia
Ornitologica” in merito al
Gloster. E’ passato qualche
anno e, facilitato anche dal
fatto che, essendo in pensione,
ho molto più tempo da
dedicare allo studio ed alla
cura dei miei “amici”alati,
credo di aver acquisito
sufficienti conoscenze. Dico
sufficienti perché, ancora, ho
molte lacune in materia di
genetica e una non
perfetta conoscenza dei diversi
tipi di piume e quali siano
i migliori accoppiamenti.
Nel corso delle mostre ho
avuto modo di vedere i
migliori soggetti, conoscere
i migliori allevatori di
Gloster, dal Veneto alla
Sicilia - con alcuni di questi
ho fatto anche degli scambi
– i migliori allevatori
delle categorie dei “brinati” e
degli “intensi”, dei verdi e
dei cinnamon – allevatori che
hanno nel medagliere, appeso
in bella vista nelle stanze
d’allevamento, trofei di
campionati italiani e
persino mondiali ma ho
conosciuto anche quelli che,
pur avendo ottimi soggetti, non
partecipano mai alle
competizioni. Dalla mia
esperienza diretta ho
concluso che il Gloster è un
canarino dalla buona
diffusione. Nelle principali
mostre nazionali, ma anche
in quella che allestisce
l’Associazione Ornitologica
Anconetana, ho notato, ogni
anno, un aumento dei soggetti
esposti e standard sempre
migliori. Ciò significa che
sempre più appassionati si
cimentano nell’allevamento di
questa razza. Un neofita che
vuole iniziare deve però
fare attenzione perché non è
detto che l’allevatore che
vince alle principali mostre
voglia mettere a disposizione,
per altri – possibili -
“avversari”, i suoi soggetti
migliori. Si possono trovare
bei soggetti anche da piccoli
allevatori che curano con
passione il proprio
allevamento. La tranquillità di
questo volatile, il fatto
che le femmine sono delle ottime
nutrici e balie e che il
maschio il più delle volte aiuta
la femmina nella crescita
della prole, unita alla
simpatia che suscita nel
pubblico il fattore
“ciuffo”, hanno contribuito alla
sua diffusione. Ricordo
ancora lo stupore ed il sorriso
di mia moglie (che detestava
animali in casa) quando vide
per la prima volta “Cip”.
La scelta dei soggetti: Se si intende iniziare l’esperienza con il Gloster occorre innanzi tutto acquistare ottimi soggetti e, pertanto, affidarsi, preferibilmente ad allevatori conosciuti che siano in grado di dimostrare la “storia” del soggetto e dei suoi parentali. A questo proposito va ricordato che ogni allevatore deve tenere un registro dove andranno indicate le coppie, caratteristiche, colore, rispettivi numeri del codice RNA ( Registro Nazionale Allevatori), numero e caratteristiche della prole ecc. Se non si conoscono i parentali dei soggetti acquistati si rischia di portare in allevamento bei soggetti ma con tare ereditate dai genitori, nonni ecc. Io, personalmente, ho riprodotto in Word dei prospetti che riportano i dati di cui sopra e che mi consentono, una volta inseriti in una raccolta, di avere sott’occhio tutta la genealogia dei miei soggetti. Ricordarsi inoltre di accoppiare migliore x migliore. Alcuni allevatori ritengono, erroneamente che i difetti di un soggetto si compensano con i pregi dell’altro nello stesso carattere. Raramente questo è vero./p> I maggiori esperti nel settore consigliano di partire acquisendo un “trio” composto da un maschio e due femmine in modo da costituire due linee parallele che, allevando in consanguineità, possano portare ad un ceppo proprio che consenta di non acquistare più soggetti da altri allevatori se non in caso di “ rinsanguamento ”. Ritengo che sia molto difficile che un maschio riesca, per 4 anni (tanto è il periodo necessario per completare la consanguineità) a coprire 2 femmine ogni anno con la dovuta energia. Io allevo in consanguineità partendo da una coppia che resta insieme per quasi tutto l’anno, escluso il periodo della muta, ed accoppiando lo stesso maschio il 2° anno con la migliore figlia, il 3° con la migliore nipote fino ad ottenere al 4° anno un maschio che ha le stesse caratteristiche del padre. In quel momento un allevatore ha costituito un proprio “ceppo”. Avendo la possibilità di tenere un’altra linea ( ad es. una femmina che si accoppia con il migliore figlio), sarà possibile accoppiare il 4° anno due soggetti che daranno vita ad un proprio nuovo ceppo. Qui di seguito vi elenco le regole che i maggiori esperti indicano come basilari per ottenere un ceppo di alto livello genetico. 1^) Iniziare solo con soggetti di buona qualità acquistati presso un solo allevatore di fama che già applica la consanguineità; 2^) Non effettuare più di due covate all’anno da ciascuna coppia; 3^) Robustezza, vigoria, fertilità, salute, debbono sempre essere accompagnate alla bellezza estetica dei riproduttori; 4^) Vendere sempre i soggetti che hanno partecipato alle mostre, evitando che eventuali germi patogeni, che hanno contagiato il volatile durante l’esposizione, possano contagiare l’allevamento – considerate che in allevamento avete sempre i “razzatori” (cioè i genitori); 5^) Il “trio” acquistato deve essere costituito da un maschio di ottime qualità, ma che in particolare sia eccellente nel colore, qualità del piumaggio, nel portamento e nella taglia. A tale proposito va ricordato quanto segue: Le caratteristiche prevalentemente ereditate dal MASCHIO sono: Taglia - Colore - Qualità piumaggio - portamento Le caratteristiche prevalentemente ereditate dalla FEMMINA sono: Tipo - Testa - Forma - Costituzione
6^) Tenere
il numero di volatili
direttamente proporzionato al
tempo che l’allevatore può
dedicare loro ed allo spazio del
locale ( ideale non più di un
volatile ogni metro cubo d’aria
del locale) meglio se la
quantità d’aria è maggiore;span>
7^)
Impostare l’allevamento in modo
da allevare per parecchi anni
senza mai acquistare un soggetto
“esterno”. Ogni nuovo acquisto
può portare sorprese negative;
8^)
Solo applicando correttamente il
metodo consanguineo è possibile
dar vita ad un ceppo di alto
pregio;
9^)
La consanguineità non è la
causa diretta delle situazioni
negative ma l’unico mezzo capace
di separare i soggetti tarati da
quelli sani;
10^)
Accoppiare esclusivamente i
soggetti sani, fertili,
vigorosi, dal bel piumaggio, il
più possibile simili allo
standard ideale;
11^)
Meglio utilizzare riproduttori
in numero ridotto ma che
manifestano tutte le qualità
della regola precedente
piuttosto che un gran numero con
la speranza che nasca un
soggetto di valore;
12^)
La consanguineità tende a
raggruppare insieme i geni
positivi simili; ciò produce
purezza per i caratteri
selezionati, che assumono una
“dominanza” nel ceppo.
Condizioni necessarie per un
corretto allevamento:
Innanzi
tutto è stato constatato che per
avere un duraturo successo
nell’allevamento è
indispensabile che i fattori “
ambiente”, “patrimonio
ereditario” e “alimentazione”
siano in perfetto equilibrio tra
loro: ossia i tre aspetti devono
essere curati al meglio dato che
se anche uno solo è deficitario
non è possibile ottenere
risultati soddisfacenti.
Ambiente
(temperatura, temperatura, luce,
spazio, igiene, esposizione,
ecc.), alloggi, gabbie e
voliere), Pulizie accurate,
disinfezione (contro batteri,
virus ecc.),
disinfestazioni periodiche
(contro acari, pidocchi,
insetti, roditori) sono
indispensabili per ottenere
buoni risultati.
Nel mio
caso disinfetto posatoi,
beverini e mangiatoie
immergendoli in acqua dove ho
versato Steramina G. e
disinfesto spruzzando
abbondantemente una miscela di
acqua e Foractil liquido.
Il fattore
alimentazione incide per il 45%
sul risultato finale ed è
indispensabile, pertanto, che i
volatili siano correttamente
alimentati tutto l’anno.
Gli
alimenti che normalmente
forniamo ai nostri soggetti
contengono, in percentuali
variabili, i seguenti componenti
chimici dei quali dobbiamo
tenere conto quando intendiamo
fornire pastoncini fatti in
casa: Proteine (formate dalla
combinazione di Aminoacidi),
Carboidrati, Grassi, Vitamine,
Minerali e loro Sali, Acqua
(potabile, fresca, leggera),
Enzimi. Tutti questi componenti
debbono essere somministrati in
dosi corrette e bilanciate,
adatte ai vari periodi dell’anno
ed in quantitativi tali da non
provocare eccessivo
ingrassamento e nemmeno
dimagrimenti.
Io allevo i
miei Gloster all’aperto e,
mentre nel periodo dello
svezzamento utilizzo il misto
“Competition” della Versele
Laga, miscela a 4 semi che è
composta per l’82% di scagliola,
12% di niger, 3% di niger e 3%
di canapa, nel periodo
invernale, seguendo i dettami
degli articoli del Dott. Catania
che ho letto sulla nostra
rivista Italia Ornitologica,
preparo personalmente un misto
diverso. Riduco la scagliola al
50%, porto al 35% una miscela di
semi neri che comprende in varie
percentuali niger, lino, canapa
e ravizzone e completo con un
15% composto da miglio, panico
ed avena. Fornisco il misto in
quantità sufficiente per
uno/due giorni per evitare
sprechi e mantenere nelle
mangiatoie semi freschi (anche
se qualche allevatore asserisce
che così facendo i volatili
consumano solo i semi neri di
cui sono ghiotti). Non faccio
mai mancare, a seconda del
periodo, cicorietta, cavolo
verza, spinaci che lavo
accuratamente ed asciugo prima
di somministrare; nel periodo
estivo si trova facilmente anche
il tarassaco e la romice. Quando
non trovo verdura fresca
somministro semi condizionati.
Cambio l’acqua dei beverini ogni
giorno e saltuariamente,
aggiungo ½ spicchio
d’aglio. L’osso di seppia è
presente tutto l’anno mentre
spicchi di mela sono serviti
almeno due volte la settimana.
Nelle linguette metto,
all’occorrenza (quando le feci
sono morbide) carbone vegetale,
semi di Fonio Paddy. Poi Ghia,
Sali minerali e Transivit della
Ravasi (olio di fegato di
merluzzo in polvere) che
somministroprima dell’inizio
delle cove per almeno 20 giorni.
A febbraio
inizio la preparazione (da non
confondere con il trattamento
pre-cova che va effettuato,
soltanto nel caso di mortalità
embrionali od altro verificatasi
nell’anno precedente, sotto il
controllo di un veterinario
qualificato) dei riproduttori
che ho provveduto ad accoppiare
in una batteria di gabbie da cm.
45 della Borgovit. Per le
analisi necessarie in caso di
mortalità embrionale mi avvalgo
della disponibilità del Dott.
Gianluca Todisco dell’Università
di Teramo, veterinario e
componente la Commissione
Tecnica Nazionale CFPL, anche
lui allevatore, tra l’altro, di
Gloster .
Seguo da
anni uno schema ideato da De
Baseggio e riportato nel volume
“Campioni e Razzatori”, che non
mi ha deluso, ho adottato ed è
così ripartito:
Dal 1° al
5° giorno compreso: tutti i
giorni, al mattino, una
soluzione fresca di 6 gocce di
ottimo complesso vitaminico in
70/80 cc. di acqua; uso BK della
Ornitalia.
Dal 6° al
10° giorno: acqua pura.
Dall’ 11°
al 15° giorno: un complesso di
vitamine oppure Mutastres della
Chemi-Vit; dosi: 8 gocce in 100
cc di bevanda.
Dal 16° al
20° giorno: acqua pura.
Dal 21° al
23° giorno: vitamine A-D3-E.:
utilizzo Lisovit della
Ornitalia.
Dal 24° al
28° giorno: complesso vitaminico
(+ sali minerali in un
bicchierino od una linguetta +
transivit).
A marzo per
i canarini dal piumaggio
abbondante e lungo come i
Gloster, arriva il momento di
sfoltire la zona della cloaca
sia nel maschio che nella
femmina facendo attenzione a non
tagliare le piume “guida” che si
trovano attorno alla cloaca.
Questo perché le piume guida
facilitano l’accoppiamento e se
venissero tagliate potrebbero
rendere lo stesso doloroso
(impedendo la fecondazione)
ed accelerare la muta. Oltre a
sfoltire le piume procedo al
taglio delle unghie (se lunghe)
e della punta del becco (se una
parte sopravanza l’altra e crea
difficoltà nell’alimentazione).
La preparazione del nido:
Tradizione
vuole che il 19 marzo, San
Giuseppe sia l’inizio della fase
riproduttiva. Molti allevatori
non rispettano questa tradizione
sia perché interessati alla
quantità dei nuovi nati ed anche
perché allevano al chiuso con
apparecchiature che regolano
artificialmente i periodi di
luce. Chi invece vuole
rispettare il ciclo naturale si
discosta di poco da questo
periodo. Allevando all’aperto,
come faccio io, è
preferibile ritardare il momento
se la temperatura esterna è
ancora rigida.
Io
inserisco il nido nella gabbia
rispettando il periodo e
fornisco alla femmina
inizialmente pochi sfilacci di
canapa perché la canarina è
solita sprecarlo. Fornisco poi
materiale nella giusta quantità
solo quando la femmina dimostra
di essere veramente intenzionata
a costruire il nido. Dopo
qualche giorno, a volte anche
10, dalla definitiva
preparazione del nido, la
canarina depone le uova. Di
solito da tre a cinque , ma non
mancano le eccezioni. La
deposizione di un solo uovo così
come un nido approssimativo sono
sintomo di scarsa salute.
Per evitare
che i piccoli nascano a distanza
di un giorno l’uno dall’altro
con il rischio che l’ultimo, più
piccolo, muoia schiacciato,
sostituisco le uova deposte con
uova finte (in commercio presso
qualsiasi negozio di animali)
fino al terzo uovo. Le uova vere
le conservo in un contenitore
imbottito di cotone e rivoltate
ogni giorno, utilizzando un
cucchiaino da caffè. Il quarto
giorno rimetto le uova vere nel
nido. Dopo la deposizione segue
la cova che dura mediamente
13/15 giorni; durante questo
periodo sconsiglio la
somministrazione di verdure
preferendo integrare
l’alimentazione con della
frutta. Riprendo la
somministrazione delle verdure
solo dopo la schiusa. In questi
giorni inizio a fornire alla
coppia un pastoncino fatto a
mano consigliatomi dall’amico
Giordano Marchini, in modo che
inizino ad abituarsi, che
descriverò di seguito Il 6°
giorno di cova effettuo la
“speratura”, operazione che
consente di capire se le uova
sono feconde e che consiste nel
prendere delicatamente ciascun
uovo tra pollice ed indice ed
osservarlo contro una sorgente
di luce od una apposita piccola
torcia che si trova in
commercio. Le uova fecondate
presentano una omogenea opacità
mentre quelle non fecondate
appaiono chiare, trasparenti,
senza aloni scuri. Queste ultime
devono essere tolte dopo aver
effettuato un ulteriore
controllo dopo qualche giorno.
Mi è accaduto, infatti,
che uova apparse non fecondate
il 6° giorno presentassero
invece le caratteristiche
opacità all’8°. Accennavo
al pastoncino che preparo tutte
le mattine a mano (nella
quantità giornaliera) e
che somministro tre/quattro
volte nel corso della giornata.
Con il pastoncino ritengo di
fornire tutti i componenti
chimici già trattati. Così per
100 gr. di prodotto impiego
pastoncino morbido, pane
grattugiato, cus cus fatto
lievitare con acqua bollente,
pisellini scongelati nella
stessa acqua e poi schiacciati
con una forchetta, il tuorlo di
un uovo fatto bollire per 20
minuti (dall’inizio della
bollitura) per eliminare
eventuali salmonelle, anch’esso
schiacciato, spirulina (un
antibiotico naturale), 5 gr. di
Amino-Start della Ornitalia e 3
gr. di polline in grani sempre
della Ornitalia. Al tutto
aggiungo semi che, con un
procedimento lungo 96 ore, ho
fatto germinare e preparato a
parte. Tutta questa procedura
è stata confortata dal parere
positivo del Dott. Todisco.
Somministro il tutto in
contenitori che lavo, disinfetto
ed alterno ogni giorno.
Alla fine
della cova i genitori sono già
in grado di alimentare con
questo composto i piccoli nati.
L’esperienza ed i consigli di
esperti in nutrizione di
nidiacei mi hanno portato a
considerare che minore è il
tempo che i piccoli restano nel
nido e quindi dall’involo,
migliori saranno le condizioni
generali del canarino,sarà
migliore e più breve anche la
muta che verrà affrontata senza
problemi.
Da alcuni
testi ho potuto rilevare che i
più famosi allevatori inglesi di
Glostr somministrano alle coppie
nei primi giorni dalla schiusa
delle uova addirittura carne di
manzo macinata. Questo
procedimento aumenta
notevolmente la percentuale
delle proteine animali. Avevo
sempre sentito parlare di
percentuali proteiche intorno al
22% mentre mi è stato
consigliato di aumentare tale
percentuale anche fino al 28%
per i primi 6/8 giorni. Ho così
raccolto i suggerimenti e dal
primo giorno di schiusa aggiungo
al pastoncino che preparo
giornalmente 10 gr. di Protein
90 della Ornitalia (prodotto in
polvere contenente proteine
animali) o, in alternativa, il
bianco dello stesso uovo
lessato. Negli anni precedenti
riscontravo involi dei piccoli
verso il 20/22° giorno, oggi i
piccoli escono dal nido al
15/17° giorno; ho sentito altri
allevatori della mia
associazione che hanno ottenuto
involi addirittura al 13°
giorno, proprio come avviene in
natura. I piccoli Gloster vanno
inanellati il 6° giorno di vita
utilizzando gli anelli
inamovibili in alluminio
anodizzato (ora colorati)
forniti dalla FOI e che recano i
dati essenziali che consentono
di risalire all’anno di nascita,
all’RNA dell’ allevatore
ed al numero progressivo
assegnato al canarino. Io uso
una goccia d’olio per facilitare
lo scorrimento dell’anellino
sulle tre dita anteriori della
zampina e sul dito posteriore
che sposto all’indietro.
Per esperienza consiglio di
controllare i nidiacei per altri
due giorni per verificare che i
genitori non abbiano tolto e
gettato nel fondo della gabbia o
in una mangiatoia gli
anellini; in questo caso
l’operazione va ripetuta con
maggiore delicatezza della prima
volta perché la zampina sarà
cresciuta. Se l’anellino non si
infila vi raccomando di non
forzare, rischiereste di
spezzare o amputare qualche
dito. Meglio un canarino senza
anellino che un piccolo
invalido. Dopo due
settimane circa dalla schiusa la
maggior parte delle femmine non
rimane più nel nido a covare i
piccoli, neppure di notte.
Dopo quattro settimane i piccoli
non hanno più bisogno di essere
imbeccati dai genitori ed
iniziano ad alimentarsi da soli.
E’ il momento di somministrare
verdura e frutta. Al termine
della quinta settimana hanno già
iniziato a nutrirsi della
miscela di semi e possono essere
separati dai genitori. Avendo la
possibilità andrebbero
alloggiati in volierette o
gabbie da ml. 1,20 per
consentire loro di irrobustire
le ali; a tale proposito
collocare i posatoi alle
estremità per permettere un buon
esercizio del volo. A volte la
femmina, stimolata dal maschio,
dimostra l’intenzione di
effettuare un’altra deposizione
mentre ha ancora i piccoli che
rischiano di diventare i
fornitori di piume per il nuovo
nido. E’ bene, in questo caso
inserire un secondo nido e
fornire abbondante materiale. Se
nonostante questo si riscontra
che la femmina tende a strappare
le penne ai piccoli si può
collocare un divisorio tra i
piccoli e gli adulti i quali
continueranno ad imbeccarli
attraverso le sbarre. Gli
allevatori che desiderano dar
vita ad un ceppo di alto livello
qualitativo sanno che è bene
evitare la terza covata.
Tuttavia molte femmine sono
spinte dagli ormoni ad
effettuare una terza covata;
questa deve essere evitata se si
desidera mantenere una femmina
in forze per produrre ottimi
soggetti nella stagione
successiva.
Per
interrompere le cove io agisco
in questi modi:
1°) Lascio
deporre le uova della terza
covata alla femmina e permetto
di covarle per 3-4 giorni
dopodiché tolgo il nido;
lascio la femmina da sola (senza
maschio) per un paio di giorni
ed infine la metto in una gabbia
da 60 cm. con altre femmine.
2°) Oppure
faccio sparire il nido ed il
materiale da nido, allontano il
maschio e cerco di oscurare la
gabbia.
3°) Si può
anche ridurre gradualmente la
somministrazione del pastoncino
e dei semi oleosi (neri) fino a
toglierli del tutto ma non
sempre si ottengono risultati
apprezzabili.
La muta:
Nel corso
dell’anno il canarino cambia le
piume. Il fenomeno della muta
del piumaggio è molto complesso
e della massimo importanza dato
che dallo svolgimento “positivo”
o “negativo” della stessa
dipendono molti aspetti della
vita del volatile ed in
particolare il grado di
fertilità della successiva
stagione delle cove, il grado di
salute, la vivacità e la
vigoria, il portamento e
posizione ed infine l’aspetto
del piumaggio.
La muta
delle piume è un fenomeno
essenzialmente ormonale, al
diminuire delle ore di luce
(fine luglio-agosto) e
dell’intensità luminosa, i
maschi riducono l’attività del
canto e le femmine si
disinteressano dei piccoli che
vengono mal nutriti.
Nei giovani
la muta inizia verso le 7-10
settimane di vita: essi
subiscono una muta “parziale”
dato che perdono tutte le piume
eccetto le remiganti (ali) e le
timoniere (coda). Negli adulti
si verifica invece la muta
“totale”, durante la quale tutte
le penne del corpo vengono
rinnovate.
Tutti i
soggetti in muta vanno
alloggiati in volierette o
gabbioni non affollati, per
evitare il fenomeno della “pica”
(strappo delle piume) e del
cannibalismo (strappo delle
piume che vengono mangiate con
lembi di pelle). Per evitare
ciò, oltre allo spazio, vanno
appesi al soffitto della gabbia
degli sfilacci che distraggono i
canarini con il gioco.
Per quanto
riguarda i nostri Gloster,
l’esperienza mi ha suggerito di
dividere i corona dai consort
per evitare che questi ultimi,
incuriositi dal ciuffo,
strappino le penne delle testa.
Inoltre un buon corona, da
destinare alle mostre, andrebbe
invece alloggiato in una gabbia
da solo e seguito
particolarmente.
In questo
periodo va prestata particolare
attenzione anche
all’alimentazione che deve
essere il più variata possibile
e ricca di frutta e verdure –
ben lavate ed asciugate (che
concorrono anche ad una buona
colorazione del piumaggio)
nonché lieviti vivi. Uso
Levisan della Ornitalia (lievito
di birra) che aggiungo nel
pastoncino. Durante la muta le
vitamine adatte sono : A, B2,.
B6,B12, H,D3, E, PP, K. da
somministrare 3 volte alla
settimana meglio se nel
pastoncino. Sono inoltre
indispensabili integratori come
gli aminoacidi solforati
metionina, cistina e lisina che
favoriscono la crescita della
piume.
Preparazione alle mostre:
Il Gloster
è un canarino di forma ed i
buoni soggetti non abbisognano
di un lungo allenamento alla
gabbia da mostra essendo tra
l’altro molto tranquilli. Ogni
allevatore di Gloster dovrebbe
tenere una gabbia d’allenamento
simile a quella da mostra. Se ne
può utilizzare una di quelle di
plastica opportunamente adattata
in modo che possa essere
agganciata (sportello contro
sportello) alla batteria di
gabbie. Dovrà essere dotata di
beverino e di mangiatoia con
semi e, per invogliare i
piccoli Gloster sarà utile
inserire qualche leccornia
(verdura o mela). Quando i
giovani avranno cominciato ad
entrare ed uscire dalla gabbia,
come fosse un gioco, allora la
gabbia da mostra può essere
staccata con dentro un giovane
che viene lasciato in essa in
tempi sempre maggiori, giorno
dopo giorno (10 minuti i primi
giorni; 15 minuti; poi 20 minuti
e via dicendo fino ad un massimo
di un’ora al giorno).
Se
l’allevatore può permetterselo,
è bene che trascorra il maggior
tempo possibile nella stanza di
allevamento con i giovani in
“addestramento”: ciò li abituerà
maggiormente alla figura umana,
senza spaventarsi, a tutto
vantaggio del punteggio finale
davanti al giudice. Quando siete
di fronte ai vostri piccoli
amici evitate sempre movimenti
bruschi e di sbattere gli
sportellini delle gabbie e
vedrete, come succede a me, che
le femmine non si allontaneranno
dal nido in vostra presenza o
quando trafficate con beverini e
mangiatorie.
Trasporto dei canarini:
Sempre
maggiore è l’attenzione prestata
alle modalità di trasporto dei
volatili che vengono
“accompagnati” alle mostre.
Nuove norme prevedono che la
movimentazione dei nostri
canarini avvenga nelle migliori
condizioni possibili; pertanto
una cura particolare va
osservata nell’acquisto dei
“trasportini”. Questi devono
consentire ai volatili,
specialmente per lunghi
tragitti, di alimentarsi ed
abbeverarsi. A tale proposito si
possono trovare in commercio, od
acquistare alle mostre,
prodotti che rispondono a questi
criteri.
Recentemente la FOI ha
interessato i presidenti dei
Raggruppamenti a tenere corsi di
aggiornamento per la creazione
della figura del “Trasportatore”
colui cioè che sarà
ufficialmente incaricato di
raccogliere e movimentare i
volatili destinati alle varie
mostre nazionali ed
internazionali nonché al
Campionato Italiano ed a quello
Mondiale.
Notizie Storiche del
Gloster:
Come ho
scritto all’inizio, grazie alle
mie ricerche, ho raccolto anche
notizie storiche sulla “nascita”
del Gloster grazie alla
passione di una signora inglese;
la Sig.ra L. Rogerson di
Cheltenham, nella contea di
Gloucestershire, amante delle
cose miniaturizzate, che nel
1918 pensò di dare vita ad un
piccolo canarino. Iniziò
accoppiando dei piccoli canarini
Harzer con i più piccoli
canarini Crest che trovò sul
mercato. Nel 1920 ai più piccoli
esemplari ciuffati accoppiò
piccoli Border. Ottenne,
abbastanza facilmente la
lunghezza di cm. 12, 5 ma riuscì
con fatica a raggiungere i cm.
11,43. Li si fermò perchè,
malgrado gli sforzi, non
raggiunse l’obbiettivo che si
era prefissata di cm. 11. Uno
dei più quotati allevatori e
giudici inglesi il Sig.
A.W.Smith di Londra si
entusiasmò così tanto che li
chiamò “ Gloster Fancy Canary” e
successivamente, nel 1925 Smith
denominò la nuova razza Gloster
nelle due forme: Gloster Corona
(con il ciuffo) e Gloster
Consort (testa liscia). Smith
provvide anche a stilare lo
“Standard di eccellenza” e il
disegno “Modello di perfezione”.
Caratteristiche essenziali
del Gloster dettate da Smith
Deve formare una
linea diritta con
una base stretta e
penne ben serrate
(un difetto è la
coda a forma di
rondine).
Il collo deve essere
pieno e corto.
Valutazione delle singole
caratteristiche dello standard
Piccolo e
ben conformato,
proporzionato alle
dimensioni della
testa.
La testa del
“Consort” deve
essere rotonda, da
qualsiasi parte la
si osservi. Questo
vale senz’altro per
i campioni da
mostra, mentre si
ritiene che per
ottenere degli
ottimi ciuffati la
testa del Consort
debba essere
leggermente piatta.
Le sopracciglia
devono essere ben
pronunciate e
terminano fondendosi
con i lati della
testa. Non devono
mai essere eccessivi
e non devono
impedire la
visibilità
dell’occhio.
Vi assicuro
che, quando avrete ben presente
nella mente il disegno standard
del Gloster, sarete in grado di
riconoscere al primo colpo
d’occhio, fin dal giorno
dell’ingabbio, i migliori
soggetti di una mostra.
Consiglio quindi di segnare il
numero della gabbia e
confrontate il giudizio dei
giudici con il vostro. Quanto
più i dati saranno simili tanto
più dimostrerete di aver ben
chiaro quale è il vostro
obbiettivo finale.
I
difetti del Gloster:
Sono
difetti tutte quelle
caratteristiche che si
differenziano dallo “standard”e
cioè:
1) ciuffo
non centrato, poco sviluppato,
non perfettamente
tondo,ellittico;
2) assenza
di sopraccigli o troppo
abbondanti;
3) corpo
smilzo, dorso inarcato, petto e
ventre piatti;
4) spalle
strette e coda a ventaglio;
5) Ali
incrociate, cadenti e lunghe
tali da superare l’attaccature
della coda;
6) testa
piccola.
Il Colore nel Gloster: Il colore Verde è la combinazione tra eumelanina, feomelanina e lipocromo giallo; il colore di fondo è il giallo. La gradazione di colore passa dal verde scuro al verde pallido. Tuttavia, la giusta tonalità deve avvicinarsi il più possibile al “verde erba”; alle mostre é il colore di maggior successo. Alcuni allevatori affermano che il Gloster deve presentare sul dorso il colore verde dell’agrifoglio mentre il ventre deve avere il colore della parte sottostante della stessa foglia. L’accoppiamento verde x verde si può prolungare nel tempo. Però, nel caso in cui la gradualità del colore inizi a perdere la lucentezza è consigliabile accoppiare il Verde con Canarini gialli unicolori e/o pezzati e con il fattore Cinnamon (cannella). Per ravvivare un ceppo di canarini composti prevalentemente da Verdi bisogna ritornare al classico accoppiamento intenso x brinato. Nella scelta della coppia è bene dare la preferenza ai canarini a fondo giallo, con ottimo lipocromo (energico, brillante e luminoso, come il giallo del limone). Quando osserviamo un canarino Verde unicolore e notiamo un a macchia sotto il mento di colore giallo forte e luminoso, abbiamo la garanzia che il colore di fondo è ottimo. Durante la muta dei Verdi è consigliabile un’alimentazione particolare che doni più luminosità al piumaggio e di conseguenza al colore. E’ utile servirsi di ciò che offre la natura , quindi borsa del pastore, centocchio, dente di leone e romice. Inoltre spinaci, cicoria, cavolo ecc. ricordando che sia le piante coltivate che quelle selvatiche vanno lavate accuratamente e fornite al momento del bisogno perfettamente asciutte. Il colore Ardesia è sempre un nero. Come per il verde la sua combinazione deriva dalla eumelanina e feomelanina, ma a differenza del verde il colore di fondo è il bianco. I soggetti ricoperti di questo specifico colore esibiscono dei contorni più netti e definiti che, grazie alla sericità della piuma rendono i lineamenti più marcati. La luce del sole produce sull’ardesia l’effetto blu. Consigliato l’accoppiamento con l’ardesia quando si rende necessario ridurre un piumaggio troppo soffice e scomposto. Consort Ardesia Chi ha intenzione di introdurre nel proprio ceppo questo colore dovrà accoppiare un verde unicolore con un bianco puro; l’esito di quest’unione dà vita ad Ardesia pezzati che a loro volta andranno uniti con il Verde unicolore. Il colore Cinnamon (o cannella) viene utilizzato per rinsanguare un ceppo di verdi nel quale il piumaggio ed il colore stanno perdendo la lucentezza e la compattezza. Questo colore evidenzia al massimo l’espressività delle marcature, vergature e striature che devono partire dal capo e continuare senza interruzione. Il Cinnamon è un colore recessivo e legato al sesso, che è trasmesso in forma recessiva ai figli maschi ( ciò significa che questo colore rimane nascosto, per ripresentarsi successivamente nei loro figli) e in prima generazione in forma dominante alle figlie femmine. In pratica, un maschio Cinnamon accoppiato ad una femmina di qualsiasi colore, dà sempre femmine cinnamon e maschi portatori, vale a dire depositari dei geni per il colore cinnamon. Il colore Fawn molto bello e raro è sempre un bruno, si distingue dal cinnamon perchè il colore di fondo che anziché giallo è bianco. Il fawn, meglio noto come bruno argento è un soggetto che mostra un piumaggio soffice, setoso e vellutato. Anche il fawn, come il cinnamon ha carattere recessivo e legato al sesso. Il colore Agata è uno degli ultimi nati, ma bei gloster già si vedono alle mostre anche se ancora non sempre siamo vicini agli standard di eccellenza. Il motivo principale è dovuto al particolare tipo di piumaggio dell’agata, in genere di tipo corto. Anche l’agata ha un comportamento recessivo legato al sesso come il cinnamon. Anche il disegno subisce delle differenze rispetto al nero, infatti le striature sono più sottili ma soprattutto non hanno la caratteristica forma a binario, ma viene definito a chicchi di riso. Le zampe ed il becco sono molto più chiare. Nell’insieme il canarino sembra avere il colore di fondo tendente al grigio.
Consort Agata Il colore Isabella è l’ultimo nato e di canarini di questo colore se ne vedono molto pochi. Nasce dall’unione tra il cinnamon e l’agata. Dalla loro unione nasce un maschio verde “passpartou” il quale accoppiato ad una femmina cinnamon darà l’isabella. Schema di accoppiamento:
© testo e foto di Sergio Valli - Maggio 2010 |