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Articoli - LA QUAGLIA DELLA CALIFORNIA


Francesco Fattori
Esperienze di allevamento

Tra le varie specie di piccoli galliformi presenti nei nostri allevamenti, una delle più diffuse è senz’altro la Quaglia o Colino della California.

Sicuramente bella ed appariscente con il suo tipico ciuffetto, è una delle specie più comuni in cattività del genere degli Odontoforini o volgarmente dette Quaglie del nuovo mondo.

Infatti tutti i colini sia del Nord che del Centro e Sud America, appartengono a questa sottofamiglia caratterizzata dal fatto di avere il margine del becco dentellato, da qui il nome scientifico proveniente dal Greco dalla radice Odonto, cioè dentato.

La Quaglia della California, ovviamente proviene dallo Stato omonimo, ma è diffusa anche nei confinanti stati tipo: Oregon, Nevada, Colorado, Washington, British Columbia ( Canada del sud-ovest) e nella Baja California in Messico.

E’ stata introdotta e si è acclimatata in altre regioni del mondo come: Cile, Argentina, Nuova Zelanda, Australia, Isole Hawaii.

Da noi in Europa è presente solo allo stato captivo, mentre il suo cugino Colino della Virginia, è presente allo stato selvatico, soprattutto grazie ai rilasci a fini venatori.

La lunghezza è intorno ai 24 centimetri ed il peso si aggira sui 120 grammi.

La specie presenta un marcato dimorfismo sessuale, infatti il maschio è decisamente più appariscente della femmina come colorazione.

Oltre al ciuffetto decisamente più lungo e grande il maschio ha una mascherina facciale nera bordata di bianco , la nuca marrone, il petto color blu grigiastro , il ventre con una squamatura beige e nera ed una barratura sul fianco .

Si differenzia dal maschio della Quaglia di Gambel di cui è stretta parente (tanto che vi sono degli ibridi in natura nell’aerale in cui sono presenti le due specie) sia per la mancanza del rosso mattone sulla nuca, sia per la mancanza della macchia nera attorniata dal beige nella zona ventrale, sostituita dalle scaglie beige bordate di nero.

La femmina è invece marrone  col ciuffetto molto più piccolo, con anche lei la barratura sul fianco e le scaglie nel ventre; la femmina della Gambel è molto simile ma più squamata della California.

Il becco è corto e tozzo e le zampe sono scure e nel complesso ha una linea abbastanza affusolata, che ben si adatta a spiccare il volo.

Comunque generalmente questa specie è solita stare sul suolo ove cerca il cibo e vola solamente per appollaiarsi su un ramo per passare la notte o per sfuggire meglio ai predatori.

In natura costruisce un semplice nido sotto un arbusto o una grossa pietra, ma si adatta anche in un ambiente erboso.

In genere depone intorno le 12 – 14 uova che poi la sola femmina coverà per 21- 23 giorni , allorché nasceranno dei dolcissimi pulcini beige con righe scure ed un piccolo accenno del ciuffetto in testa.

E’ animale abbastanza robusto e ben si adatta a stare sia in voliera (anche nei mesi invernali) sia in gabbioni, ma delle volte nelle voliere con presenza di fagiani (dorato e Lady Amherst ), viene disturbata in continuazione, pertanto è consigliabile non tenere le specie assieme.

ESPERIENZE DI ALLEVAMENTO

Molti anni orsono (circa 18), acquistai una coppia di California da un ambulante e la alloggiai in voliera.

Si adattò subito alla vita nella mia voliera, tanto che poco dopo si accinse a deporre le uova in una frasca di paglia posta sopra un ramo biforcuto a circa 1 metro e mezzo da terra, con dispiacere della Verdona che vi aveva fatto il nido.

La femmina di California covò le uova diligentemente per diversi giorni fino a quando un violento temporale estivo la bagnò e la trovai morta il giorno dopo sopra le sue uova, che ovviamente erano gelate.

Le misi lo stesso sotto incubatrice, ma  non si schiusero.

Perciò mi ritrovai col maschio da solo, ma per fortuna riuscii a rimediare un'altra femmina, che rifece subito delle uova, che stavolta per non correre rischi misi in incubatrice.

Dopo 22 giorni nacquero dei piccoli pulcini a strisce sottili gialle e nere con un piccolo ciuffetto sulla testa.

Notai subito che erano facili a contrarre malattie intestinali, probabilmente dovute ad un alimentazione non adeguata (all’epoca non ero solito dare i buffalos o altri insetti congelati ).

Tuttavia ne sopravvissero alcuni e diventarono degli esemplari adulti molto belli.

Poi non mi ricordo più nemmeno la ragione non ebbi più in allevamento questa specie per molti anni, fino a quando 3 anni fa ne ripresi una coppia.

Devo dire che non ho mai ottenuto molti piccoli, e che il maggior numero di uova erano infeconde.

Ora ho capito quale era il motivo, la coppia era insieme dall’autunno in un gabbione  in una capanna con luce e calore e la femmina ha iniziato a deporre abbondantemente, ma il maschio non era ancora entrato in estro (difatti non faceva il tipico verso di richiamo ) e quindi non aveva fecondato la femmina.

Perciò quest'anno mi accingerò a mettere insieme la coppia nel gabbione ( di circa 1 metro) solo a primavera ben avviata, per far sì che le uova siano fecondate e non chiare come negli anni passati.

Anche per i piccoli è meglio dargli un preparato anticoccidico nell’acqua da bere e cambiare spesso la carta delle scatole in cui si tengono.

Io infatti mi diletto ad allevare i piccoli in scatole di cartone con una lampadina come fonte di calore e col mangime sparso nel fondo della scatola e i tappi delle bottiglie di plastica come fonte di abbeveratoi per i primi giorni di vita dei pulcini.

Ora aggiungo anche nella dieta dei piccoli i buffalos (piccole tarme della farina congelate), che apportano molte proteine e che essendo sterilizzate non possono creare infezioni come gli insetti vivi.

Devo dire che i piccoli di California che ho ottenuto in questi ultimi anni, hanno un mantello di piumino, diverso rispetto a quelli che avevo una volta, cioè con una riga marrone più grande sul dorso su un fondo giallo beige ed un ciuffetto appena accennato sul capo, mentre quelli che ricordo erano con un piumaggio tipo righe dei carcerati anche se su fondo giallo dorato e con un ciuffetto ben evidente in testa.

La mia ipotesi e che si tratti di sottospecie differenti e che quindi i piccoli abbiano una diversa colorazione mimetica del piumino.

Difatti in natura esistono ben otto sottospecie che hanno aerali diversi nella parte occidentale del continente nordamericano e probabilmente quelle che ho attualmente sono di un'altra sottospecie rispetto a quelle che avevo allora.

Per concludere direi che senz’altro questa specie di colino è da apprezzare di più da parte di noi allevatori amatoriali, perché anche a livello espositivo può dare delle soddisfazioni (specialmente il maschio) come testimoniano i miei risultati nelle ultime mostre che ho fatto gli anni passati.

Per chi ne voglia sapere di più può telefonare al seguente numero di cellulare: 333.3891746

Francesco Fattori.

Associazione Pesarese Ornicoltori - via Nanterre s/n Pesaro segreteria@apopesaro.it

www.apopesaro.it - Creato il 7 Aprile 2007: Registrato il 18 Aprile 2007: Pubblicato il 20 Aprile 2007: Autore: [BERLUTI STEFANO]. Titolare del copyright: [ASSOCIAZIONE PESARESE ORNICOLTORI]
Ultimo aggiornamento webmaster: 02-07-13.