Articoli - LA TORTORA DEL SENEGAL
Francesco
Fattori pubblicato su Italia Ornitologica nel mese di agosto/settembre 2005 |
Una delle specie
più comunemente allevate e presenti nei nostri allevamenti è
sicuramente la
Si tratta infatti
di una specie assai robusta e anche prolifica se si dispone
di
una voliera, con un piumaggio abbastanza appariscente e di
una lunghezza che varia dai 25-27 cm,
quindi di una dimensione media per le tortore.
In natura il suo
areale di distribuzione spazia dalla maggior parte
dell’Africa subsahariana,
al Nord
Africa (Marocco, Tunisia, nord-est della Libia e la valle
del Nilo in Egitto),
alla parte meridionale della penisola Arabica, al Medio
Oriente (Iraq, Iran),
alla penisola Indiana, arrivando perfino nella zona delle ex
repubbliche Sovietiche (Tagikistan, Kirghizistan,
Uzbekistan, Kazakistan).
Da ciò deriva la
presenza di ben
5
sottospecie geografiche (4 africane ed
una
asiatica), di cui sicuramente la sotto-specie tipica
(Streptopelia senegalensis senegalensis) e quella presenta
nei nostri aviari; dato che come sappiamo ormai
da
qualche anno le uniche specie ad esser facilmente importate
sono quelle africane.
Del resto è
anche sicuramente le più cromaticamente apprezzabile,
dato che i colori sono più vivi e contrastanti, difatti ha
il petto
ed
il collo e la testa di un
color rosa violaceo,
ha un
collarino di penne color rosso rame con macchioline nere e
le copritrici alari azzurro grigie.
I sessi sono simili
e a stento si distingue il maschio dalla femmina per aver il
collare più
esteso ed i colori leggermente più vivi.
Ovviamente come tutte le altre
tortore anche il maschio della Senegal tuba, perciò,
possiamo più facilmente riconoscerlo rispetto alla femmina
da questo comportamento tipico, fatto dal richiamo emesso
gonfiando il collo e rivolto alla sua compagna.
Per fortuna il suo
verso non
è
così forte come quello della comune Tortora dal collare
orientale,
di
cui è
stretta
parente.
ESPERIENZA DI ALLEVAMENTO
Acquistai la mia
coppia l'anno scorso nella mostra internazionale di Reggio
Emilia e la portai a casa alloggiandola in
un
gabbione da un metro di lunghezza.
Dopo pochi giorni
vidi che erano in perfetta forma e pensai che erano
sacrificate in quello spazio ridotto e perciò decisi di
liberarle nella voliera.
Nonostante fosse
dicembre non trovarono alcuna difficoltà di ambientamento e
si adeguarono a vivere in uno spazio sicuramente più largo e
naturale.
Quindi per mia
esperienza devo dire che non teme di superare l’inverno
all'aperto,
anche se è chiaro che la voliera deve essere riparata
dai
venti freddi del nord e coperta dal tetto.
A primavera ho
fornito loro alcuni cestini in vimini proprio adatti per le
tortore e dopo un
pò
di tempo ho visto che aveva deposto due uova bianche in uno
di questi.
All'inizio pensai
che non le avrebbe covate, perché era sempre fuori dal nido,
poi vidi che la femmina vi si mise sopra e cominciò, la cova
che
durò
sui
15
giorni circa.
Dopodiché nacquero
due piccole tortorelle assai minuscole i primi giorni, ma
con un
ritmo di
crescita veloce che le ha portate ad arrivare all’involo nel
giro di una ventina di giorni. Devo dire che non
mi
hanno creato nessun tipo di problema per il
loro allevamento, visto che i genitori le hanno nutrite
benissimo con le semenze che trovavano in voliera.
In genere si alimentano con
una miscela per tortore, ma io le nutro con misto per
esotici e misto per canarini, che lascio a disposizione per
tutti i miei ospiti alati della voliera.
Sono senz’altro
tortore molto tranquille, convivono pacificamente con
uccelli di diverse specie più
piccoli di loro e si possono allevare sia a coppie che in
colonie.
Purtroppo la
seconda covata non è andata a buon fine,
perché
avevano deposto sopra l’ingresso della porta di sicurezza
della voliera e pertanto visto il posto di passaggio ho
prelevato le uova e le ho poste sotto una coppia di Tortore
Diamantine, ma quest’ultime invece di covarle Ie hanno
gettate fuori dal nido (probabilmente il maschio).
Perciò sono ancora
in attesa della seconda covata che spero arrivi al più
presto.
I
giovani della prima sono già perfettamente indipendenti e
stanno insieme ai genitori,
formando una piccola colonia e per fortuna non vedo nessuna
forma di gelosia del maschio nei confronti dei figli.
Pertanto
sicuramente consiglio ad altri allevatori che dispongono di
una voliera di medie o grandi dimensioni di mettervi
all’interno anche una coppietta di Tortore del Senegal, dato
che non disturbano gli altri uccelli,
non fanno
molto chiasso, che non richiede di particolari attenzioni
dal punto di vista alimentare e che non temono di svernare
all’aperto.
Per ciò che
riguarda il settore espositivo, purtroppo come del resto
tutte
le
tortore, sono assai poche quelle presenti nelle varie mostre
ornitologiche, ma ciò dipende dal fatto che vengono
sottovalutate dagli allevatori in genere, che non le
considerano come animali da esporre.
Questo è
senz’altro un errore,
dato che mentre in altri settori come ben sappiamo è
difficile
aggiudicarsi dei premi, nel settore tortore e quaglie c’è
poca competizione e perciò è facile ottenere delle medaglie.
Ovviamente ognuno
ha delle preferenze in campo ornitologico, ma credo che
comunque sia utile
allargare il
campo
delle proprie conoscenze ornitologiche, interessandosi anche
di altri tipi di uccelli, diversi dai soliti presenti nei
nostri allevamenti.
Concludo con la
speranza di aver trovato qualche allevatore che si sia
interessato a questa specie e che nel
futuro si
veda più spesso anche nelle mostre ornitologiche.
Per
qualsiasi informazione e
domanda vi potete rivolgere al mio indirizzo di posta
elettronica:
francesco.fatt@libero.it